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Indice degli editoriali

Settimana della sicurezza stradale promossa dall'ONU

L’ONU ha indetto un’intera settimana – dal 23 al 29 aprile prossimo – per contrastare il grave fenomeno
dell’incidentalità stradale in particolare di quella che colpisce i giovani.
Il nostro Paese non può presentarsi all’appuntamento promosso dall’ONU senza organizzare alcunché o
magari promuovendo qualche spot i cui unici beneficiari sarebbero le agenzie pubblicitarie e i media. Il
Governo ha un dovere ed un obbligo politico e morale di arrivare a quell’appuntamento con la Conferenza
Sanitaria e con due proposte di legge in grado di dotare il Paese di un Organo di Governance per la
sicurezza stradale e una legge di assistenza delle vittime di reato stradale.
Le nostre Fondazioni e le organizzazioni aderenti vi arrivano con una importante serie di iniziative:

  1. Un Convegno su Giovani e alcol che si terrà a Firenze
  2. Una campagna sempre sull’incidentalità giovanile alcol correlata che vedrà coinvolti i 150 punti di distribuzione carburanti della ERG nella regione Lazio e la stessa Regione Lazio
  3. La presentazione di un numero zero di una rivista trimestrale tecnico-scientifica sulla sicurezza stradale la cui testata si chiamerà “Rischio Zero” che vuole contribuire a colmare un vuoto di proposte e di elaborazione tecniche sull’argomento. Nell’occasione verranno presentate due proposte di legge per l’ istituzione di un organo di governance per la sicurezza stradale (Agenzia o Dipartimento) e e per una legge di assistenza alle vittime della strada.
  4. Un convegno sulla formazione e l’educazione stradale nelle scuole a Milano
  5. Un convegno per la presentazione di un modello di manutenzione programmata delle strade

Strisce rifrangenti per i camion
Con la Legge Finanziaria del 2007 il Governo ha deciso una serie di agevolazioni per l’autotrasporto merci (375 milioni di euro) mentre per le politiche di sicurezza stradale ha previsto “solo” 80 milioni di euro, nonostante gli incidenti stradali provochino ogni anno 9.000 morti, 25.000 disabili gravi e circa 500.000 feriti e 35.000 milioni di euro di costi sociale.
In sede di discussione della Legge di Bilancio 2007 - e a seguito di un accordo con le categorie dell’autotrasporto -  il Governo provò addirittura a cancellare una norma del Codice della Strada (bande rifrangenti per i camion nonostante quasi il 70% del parco circolante ne sia già dotato!). Il Parlamento riuscì a non far passare questa norma “cancellino” grazie all’impegno di molti parlamentari di centrodestra e centrosinistra.
Il 10 febbraio in un convegno delle autoscuole, il Sottosegretario Annunziata (con delega all’autotrasporto) in risposta ad una nostra denuncia su questo argomento sosteneva che il problema delle bande rifrangenti “è una piccola cosa e che comunque riguarda il passato”, cioè che era una questione chiusa (l’obbligo è infatti finalmente entrato in vigore il 1° gennaio 2007 dopo ben tre proroghe). Così anche il Ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi,  una settimana prima in un “question time” alla Camera.
Ma il Sottosegretario Annunziata in quell’Assemblea si guardò bene dal dire che  3 giorni prima (il 7 febbraio 2007) il Governo aveva firmato un nuovo protocollo d’intesa con il trasporto merci che assicurava l’impegno a sospendere l’applicazione delle strisce riflettenti. Delle due l’una! O il Sottosegretario Annunziata ignorava il protocollo d’intesa ed allora il suo peso all’interno del governo è molto scarso (pur avendo la delega!). O ha detto una grossa bugia! In entrambi i casi farebbe bene a rassegnare le dimissioni perché non può prendere in giro le organizzazioni sociali ed i cittadini che lo ascoltano.
Sono già due volte che il Governo fa a braccio di ferro con il Parlamento e perde. Il Consiglio dei Ministri di venerdì 16 febbraio ha approvato una sospensione dell’obbligo di applicazione delle strisce fino al 30 aprile prossimo. Auspichiamo che si metta la parola fino e si pensi alla sicurezza stradale.

Conferenza  socio sanitaria sull’incidentalità stradale
Una vera e propria pandemia quella dell’incidentalità stradale – non paragonabile all’aviaria! -
che uccide oltre 1 milione e 300.000 persone e produce più di 500 miliardi di euro di costi. L’Italia per incidenti è al
secondo posto in Europa dopo la Germania.
Per questo nel marzo scorso abbiamo inviato al Presidente del Consiglio e al Ministro della Salute insieme ai medici di famiglia, ai pediatri, ai medici e psicologi della Società Italiana di Alcologia, ai medici traumatologi, agli psicologi e psicoterapeuti di Pagine Blù, alle 40 organizzazioni confederate in FISICO un documento-proposta per la convocazione di una Conferenza sociosanitaria sull’incidentalità stradale. E’ passato quasi un anno. Un tempo enorme. Gli incontri che abbiamo avuto finora hanno prodotto non molto. I tempi dei ministeri non sono i tempi reali delle persone in carne ed ossa. Solo per spostare da un ufficio all’altro una risposta del Ministro sono passati oltre 30 giorni, nello stesso palazzo. Quasi non esistesse internet ed il telefono. Uccide anche la burocrazia. In quel mese che la risposta ha impiegato ad arrivare all’altra scrivania sono morti altre 700 persone e abbiamo dilapidato 3.000 milioni di euro.
La politica della burocrazia, dei palazzi e delle auto blindate ha tempi che non possiamo più tollerare. Ce lo
dicono i nostri morti e le migliaia di invalidi gravi. E vogliamo essere più chiari. La conferenza Sanitaria deve
essere l’occasione per mettere a punto 3 o 4 azioni sulle quali far lavorare il Paese.
Esistono già strategie di “cura “ efficaci da tempo. Un nostro convegno del 2001 alla Camera dei Deputati -
2 giorni di dibattito contenuti in un DVD costato 5.000.000 di vecchie lire! – propose azioni che sono ancora
efficaci dopo 6 anni.
Questo ci fa dire che la politica ha prodotto poco in questi anni nel campo della sicurezza stradale. E le
conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
La conferenza non deve essere un’operazione di marketing politico. Non può essere fatta a Torino o a Bari ma
deve tenersi in una zona centrale. Avevamo indicato la Toscana perché c’è l’interesse di quella Regione (il cui
assessore alla Sanità è anche presidente degli assessori alla sanità regionali). Se non si vuole farla in Toscana si scelga Roma!
Altro aspetto quello finanziario. Non occorrono 100.000 euro per una iniziativa di questo tipo ne bastano
20.000 per fare una cosa di qualità altrimenti si sperpera il pubblico denaro. Si utilizzino, eventualmente, i
restanti 80.000 euro per aprire il centro nazionale di assistenza alle vittime con numero verde e sito web e si
dia finalmente una risposta vera al bisogno di ristoro di quelle persone che hanno subito danni gravissimi dalla strada.


 
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