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Lasciateci a piedi
La sicurezza stradale passa per le città. Oltre il 70% degli incidenti avvengono nelle aree urbane con quasi il 50% dei morti. E da li che bisogna partire se vogliamo centrare l’obiettivo del dimezzamento dei morti entro il 2010. E per farlo occorre coraggio e innovazione: le vecchie ricette non hanno funzionato e non funzioneranno.
Primo
. Bisogna introdurre una più incisiva regolamentazione di accesso nel centro delle città al traffico privato. Il modello è stato sperimentato in diverse città europee, in particolare nella città di Londra. (Congestion Charging scheme). Disincentivare l’accesso ai veicoli privati attraverso una “tassa” che è un sistema socialmente non equo (favorisce i ricchi a scapito dei ceti meno abbienti) ma è quello che da subito può contribuire a togliere “l’assedio” di auto e moto alle città.

Secondo. Contestualmente occorre una cura forte di “ferro”: metropolitane underground e di superfice, potenziamento dei servizi dei passanti ferroviari (occorre fare impegnare RFI e Trenitalia), parcheggi di scambio gratuiti per i pendolari delle periferie.

Terzo
. Sviluppo delle linee urbane del TPL grazie alla liberazione di spazi del traffico privato, trasporto gratuito per anziani e giovani (over 65 e under 18), abbonamenti individuali e familiari (da incentivare) completamente detraibili dal reddito. Sono queste alcune parole d’ordine ed obiettivi programmatici che lanceremo nella manifestazione nazionale a Roma il 1 aprile prossimo. Non è un pesce d’aprile ma un’iniziativa forte che oltre 40 organizzazioni nazionali lanciano agli enti locali ed al governo e parlamento che verranno.

Lasciateci a piedi!
Non è una provocazione. A piedi, letteralmente, ci siamo già. Intossicati e potenziali vittime della strada. Quasi 1.000 pedoni uccisi ogni anni ed oltre 20.000 morti da monossidio di carbonio per lo più da traffico di veicoli. Vorremmo sentire, invece, di nuovo il rumore (suono) dei nostri passi, riappropriarci delle nostre città, di spazi di libertà fisica, psicologica, materiale.

Ecco perché la politica dovrebbe sentire il bisogno di parlare linguaggi nuovi, appropriarsi di questi temi. È maturo il tempo per promuovere un nuovo rinascimento per le nostre città: rimettere mano alla riprogettazione in particolare delle grandi aree urbane da un punti di vista spazio-temporale-sociale. Dove le tecnologie informatiche e di rete giocheranno un ruolo rivoluzionario nella definizIone delle relazioni sociali tra persone e tra comunità attraverso la comunicazione reale e virtuale.

La città delle reti. Un progetto di recupero delle cultura urbana che non può prescindere da Istituzioni efficienti, fondate sulla partecipazione dei cittadini e sulla pratica, in ambito locale, della democrazia. Ma anche da finanziamenti: almeno 5.000 milioni di euro in 10 per un forte sviluppo del trasporto pubblico locale. Una proposta in ultimo che lanciamo ad ANCI e UPI: Comuni e Province aprano – con il nuovo Governo – una trattativa per il finanziamento della sicurezza stradale (certezze per il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale, per la manutenzione delle strade, per l’apertura di Centri per l’assistenza alle vittime della strada). Ma non bisogna perdere tempo. Se del caso bisogna studiare forme di partecipazione inedita a sostegno di questi obiettivi: siano gli enti locali a promuovere, insieme alle organizzazioni sociali, forme di “sciopero” per far cambiare strada. C’è bisogno nei prossimi cinque anni di una consapevolezza diffusa anche all’interno delle istituzioni. L’obiettivo del 2010 è alla nostra portata.

20.03.06

 
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